Le prime tre sale della mostra sono dedicate ad alcune artiste di origine comasca (Carla Badiali, Cordelia Cattaneo, Carla Prina) o che hanno frequentato per motivi diversi la città come la danzatrice Giannina Censi e la scultrice Regina Cassolo Bracchi. Como è stata un luogo unico in Italia per l’arte astratta, grazie certamente alla presenza e al dialogo della pittura con l’architettura razionalista, ma anche in virtù della presenza della Scuola di Setificio, dove si sono formati alcuni artisti astratti, come Carla Badiali.
A Como negli anni Trenta si era formato un cenacolo di artisti, gravitanti attorno alla figura dell’architetto razionalista Giuseppe Terragni, che, insieme al gruppo del Milione di Milano, costituì l’unico vero centro di ricerca astratta nell’Italia del fascismo. Nel giugno 1941 questi artisti e architetti diedero vita, insieme al filosofo Franco Ciliberti e al poeta futurista Filippo Tommaso Marinetti, ad un felice connubio tra astrazione e secondo futurismo nel “Gruppo futuristi primordiali”, divenuto in ottobre “Gruppo Primordiali Futuristi Sant’Elia”, del quale facevano parte Carla Badiali e la futurista Benedetta, insieme agli architetti Terragni, Cattaneo, Lingeri, Sartoris, e ai pittori Rho, Radice, Licini, Munari, Nizzoli, Prampolini, Soldati e altri.
Il carattere innovativo e moderno di questo linguaggio artistico, comune anche alla fotografia sperimentale, alla danza, al cinema ha trovato entusiastica partecipazione da parte anche delle donne che hanno colto la possibilità di intraprendere un percorso ancora non troppo praticato dall’arte del passato. Basti pensare alla presenza dei bozzetti delle scenografie astratte di Regina presentate alla Mostra di Scenografia Cinematografica, allestita nel 1936 proprio a Villa Olmo e alla danza aerofuturista di Giannina Censi che esordì al Teatro Licinium di Erba e al Carducci di Como, all’attività di Bice Lazzari, attiva anche nel disegno per tessuto.