Rimeditare sulla storia dell’arte è una pratica che ha preso piede soprattutto a partire dagli anni Novanta e che Nicolas Bourriaud ha definito nei termini di “riappropriazione”, di riuso quindi di immagini del mondo della cultura e della storia dell’arte. Ma già alla fine degli anni Settanta molte artiste hanno riflettuto nel proprio lavoro sull’eredità dell’avanguardia e sulle conseguenze che quelle prime forme sperimentali hanno avuto sui linguaggi moderni, mettendosi in dialogo con la storia dell’arte astratta e al contempo definendo nuove vie di ricerca.
Le opere delle artiste qui presentate sono accomunate da un approccio riflessivo sull’arte e sull’arte astratta in particolare. Tale aspetto è palese nelle fotografie di architetture e opere moderniste di Luisa Lambri o nell’installazione di Lucia Pescador, realizzata con disegni che replicano in forma di “appunti” le opere di Malević, ma si può osservare anche nelle opere di Mirella Bentivoglio e in quelle che dialogano con l’antropologia come le tele cucite di Maria Lai e le sculture di Franca Ghitti. La realizzazione stessa dell’opera è filtrata dall’idea che l’artista vuole esprimere come nelle strutture di Claudia Peill o nei disegni di natura fortemente progettuale di Alessandra Bonelli.