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Monumento ai Caduti di Erba località Incino

Giuseppe Terragni, Monumento ai Caduti di Erba località Incino, Erba (Como), 1926- 32

Rispetto alla produzione vastissima di monumenti ai caduti, quest’opera di Terragni non cede alla retorica della celebrazione diretta degli eventi, né ricorre alla figurazione per “commemorare”; si svolge come un intervento paesistico di vasta scala. Terragni crea in pratica un nuovo accesso al Licinium, un giardino organizzato intorno a un teatro all’aperto. Il Monumento consiste in una grande scalinata pietra orientata da ovest a est, che porta alla sommità di un colle e a un sacrario. Suo tema generale è dunque quello dell’ “ascesa”, dell’ideale collegamento simbolico tra l’alto e il basso. Lo sviluppo rettilineo delle rampe viene fatto interferire poi con un altro simbolismo, quello del cerchio: circolare è infatti l’attacco in basso della scalinata, circolare all’estremo opposto la geometria dell’edificio e della terrazza superiori. La scalinata, che supera un dislivello di circa venticinque metri, è costituita da quattro rampe lineari interrotte da tre pianerottoli e ha una pendenza analoga a quella del declivio naturale. Due filari di cipressi ne accompagnano lo sviluppo. L’ultima rampa si arresta di fronte a un volume cilindrico che all’interno contiene la cripta del sacrario e al di sopra porta una terrazza spalancata sul panorama. La cripta, cui si accede da due portali, ospitava in origine un bel pannello bronzeo ad altorilievo di Lucio Fontana, rappresentante la Vittoria modellato nel 1931, che dopo qualche anno fu “offerto alla patria” come bronzo e distrutto.