Gianni Mantero, ex Casa del Balilla Sinigaglia oggi stadio Sinigaglia, viale Sinigaglia Como
Il progetto per la Casa del Balilla nasce come ampliamento e riadattamento dello stadio esistente, realizzato nel 1927 da Giovanni Greppi. Il lavoro di Mantero si trova a fare i conti con questa preesistenza, limite che indirizza lo sviluppo del nuovo complesso, e dialoga con il Novocomum di Terragni che sorge di fronte. Come prima cosa l’ingegnere va ad aggiungere il fronte di accesso su strada per segnare l’ingresso e indicare il grandioso complesso che sta sorgendo. Il prospetto si compone di una parte centrale di accesso rivestita in marmo di Musso, mentre l’andamento lineare è interrotto dall’aggetto dei tre portali e dalle cinque alte tamponature in vetrocemento. Le ali laterali sono in intonaco rosso, al loro interno si aprono ritmicamente le finestrature orizzontali grigio chiaro. Successivamente viene realizzato il progetto vero e proprio che si sviluppa in tre corpi. L’edificio centrale ospita la palestra, mentre quelli laterali la sala scherma e la sede dell’Opera Nazionale Balilla. Ai piani superiori trovano posto gli uffici disegnati da setti in legno e grandi vetrate. Il risultato è un edificio che supera la retorica dello stadio esistente e propone soluzioni funzionali e innovative. Ne è un esempio la piscina con il suo trampolino in cemento armato, inserito in una vetrata semicircolare in vetrocemento. Questo spazio, come anche lo stadio, è stato interessato da restauri successivi ed è tuttora utilizzato.