Mario Cereghini, Chiesa del Redentore e di S. Caterina dell'Istituto per anziani Airoldi e Muzzi, Via Airoldi e Muzzi, 2 (Nel centro abitato, distinguibile dal contesto) - Germanedo, Lecco 1937-1939
Circondata dal verde del declivio naturale in cui è inserita, la chiesa si distingue dal suo intorno come un blocco curvilineo con poche aperture a spezzare i semplici prospetti rivestiti in intonaco bianco. La sua forma non convenzionale per un edificio religioso gli valse qualche critica, e venne consacrata solo tre anni dopo la sua realizzazione e dedicata nel 1942 al Redentore e a Santa Caterina da Siena. Dall’esterno è riconoscibile grazie al campanile, quasi metafisico, giustapposto al corpo principale costituito da due blocchi orizzontali sovrapposti l’uno all’altro. L’impostazione planimetrica caratterizzata da due linee rette raccordate da un segmento curvilineo in corrispondenza dell’ingresso si ripete nel livello inferiore e in quello superiore, di dimensioni minori. All’esterno i prospetti si differenziano per il numero e il ritmo diverso delle aperture. La suddivisione dei due livelli rispecchia l’articolazione interna, dove sono presenti due matronei laterali rialzati rispetto alla navata principale. L’uso delle linee curve alternate a quelle rette, la scansione delle aperture e dei diversi livelli genera un dinamismo planivolumetrico che consente all’interno interessanti giochi di luci ed ombre. La purezza delle linee è interrotta solo dalla decorazione ad affresco che corre per 20 metri sulla parete curva ed è opera del pittore Ennio Morlotti, che vi ritrae tra gli altri sé stesso e Mario Cereghini.