Giuseppe Terragni, Cappella funeraria per Domenico Ortelli, cimitero di Cernobbio, 1929
Il progetto della Cappella Ortelli è formato nell’inclusione l’una nell’altro di due spazi. Quello più interno è illuminato dall’alto. La contrapposizione luce-ombra è metafora intenzionale della contrapposizione fra vita e morte. La retorica della rappresentatività monumentale in questa cappella è sostituita dalla modernità dell’astrazione. È particolarmente interessante la sovrapposizione nella pianta della cappella di due forme spaziali diverse: la pianta, prima stretta, si allarga nella zona terminale che tuttavia è più bassa; il prisma d’ingresso si innalza a cercare la luce che, non potendo entrare dai lati, filtra da una lastra trasparente a forma parabolica posta nel soffitto sopra l’altare; il corpo absidale a C, più basso, include il prisma saldandolo a terra. La lapide tombale è sovrastata prima dal bassorilievo in marmo bianco di Vitaliano Marchini rappresentante la resurrezione e quindi conclusa in alto con la parete inflessa in lastra di onice. È attualmente proprietà della famiglia Pozzi-Simeoni.