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AccettoIl territorio lariano concentra in un area ristretta un considerevole numero di edifici razionalisti di maestri come Cesare Cattaneo (Como, 1912-1943), Mario Cereghini(Lecco, 1903 - Madesimo, 1966), Pietro Lingeri(Tremezzo, 1894 - 1968) e Gianni Mantero(Novi Ligure, 1897 - Como, 1985) con i quali Terragni (1904-1943) ha intrattenuto stretti rapporti. Tali opere confermano le intenzioni del Gruppo 7 fondato nel 1926 da Terragni (con G. Figini, G. Frette, S. Larco, A. Libera, G. Pollini, C. E. Rava) che rappresenta l’atto ufficiale di nascita del razionalismo italiano fino al suo sviluppo nel MIAR (movimento italiano per l’architettura razionale). Le forme delle architetture vengono ridotte all’essenziale, diventano “astratte” lontano dagli “stili” del passato. Tuttavia rispetto alla stessa tendenza, più radicale, nell’ambito del movimento moderno europeo, nelle architetture razionaliste italiane - e in particolar modo lariane - si nota la ricerca di relazioni all’interno della “tradizione” italiana e nella “classicità”, cercata naturalmente fuori dall’assurdità degli archi e delle colonne dei monumentalisti, bensì nell’eleganza e nella proporzione calibrata dei volumi, nella raffinatezza dei materiali e delle soluzioni. Oltre a queste architetture, altri luoghi nella città di Como rimandano al movimento dell’Astrattismo comasco: un gruppo artistico che si inserisce nel solco delle avanguardie astratte europee degli anni Trenta (suprematismo, neoplasticismo, Bauhaus), i cui principali esponenti, tra i quali Manlio Rho e Mario Radice, Aldo Galli, Carla Badiali, Carla Prina, operano in maniera parallela e correlata al lavoro degli architetti guidati da Terragni.